Un fenomeno pericoloso in apparente decrescita

Come sappiamo, e ripetiamo sempre sui nostri social, l’albero è la tecnologia a oggi più efficiente per contrastare l’effetto serra, poiché riduce la concentrazione di gas serra nell’atmosfera. Questo perché gli alberi, attraverso il processo di fotosintesi, assorbono CO2 e la stoccano all’interno del loro tronco e nelle radici, emettendo al termine di questo processo l’ossigeno che respiriamo.

Non solo repetita iuvant, ma questa introduzione ci permette di comprendere l’importanza della popolazione silvestre nella sfida contro i cambiamenti climatici. Infatti, le centinaia di milioni di ettari perduti negli ultimi decenni hanno delle gravi ripercussioni ambientali sotto numerosi aspetti. I primi due sono strettamente legati alla nostra ai cambiamenti climatici: un albero abbattuto da una parte cessa il suo lavoro di assorbimento dell’anidride carbonica, dall’altra rilascia nell’atmosfera buona parte della CO 2 che aveva stoccato al suo interno.

Vi sono poi gli effetti sull’ecosfera e sulla pedosfera (parte più esterna della litosfera, il suolo per intenderci), in quanto gli alberi contribuiscono attivamente a mantenere stabile l’equilibrio bio-geochimico dell’area in cui si trovano. Consolidata la natura nefasta del fenomeno della deforestazione, spesso però si soprassiede sull’effettivo andamento del fenomeno, che negli ultimi anni ha iniziato un rallentamento in termini assoluti. Questo non significa che la superficie forestale mondiale stia aumentando, ma che il tasso di perdita degli alberi è rallentato nell’ultimo decennio.

L’andamento della deforestazione

I dati della FAO (2020) mostrano che la superficie forestale mondiale è diminuita di circa 178 milioni di ettari (un’area all’incirca delle dimensioni della Libia) nei 30 anni dal 1990 al 2020. Il tasso di perdite netta delle foreste però è sceso. Se negli anni ’90 7,8 milioni di ettari venivano disboscati ogni anno, nel decennio appena trascorso la FAO stima una quantità molto inferiore, circa 4,7 milioni di ettari annui.
In generale l’Asia e l’Europa hanno registrato un aumento netto negli ultimi tre decenni, mentre Sud America e Africa una netta riduzione della popolazione forestale (Figura 1). Le altre regioni invece (Oceania e America del Nord) hanno subito poche, o alcune variazioni in termini di superficie forestale.
Più in particolare vi sono alcuni dati preoccupanti che riguardano il Sudamerica e l’Africa. Per
quest’ultima, il tasso di perdita netta di foreste è aumentato in ciascuno dei tre decenni successivi al 1990(FAO 2020). L’America del Sud, invece ha registrato un vistoso calo solo nell’ultimo decennio, mantenendo però un elevato tasso di riduzione della foresta primaria in amazzonia.

Perché in alcune aree del mondo si deforesta più che in altre?

Le cause della deforestazione sono molteplici e sia in Sudamerica, che in Africa, dove paesi in via di sviluppo, dinamici, ma caratterizzati da elevati tassi di povertà e disuguaglianza preferiscono tagliare alberi per far spazio ad attività redditizie nel breve periodo. Sono infatti un insieme di questioni sociali, politiche ed economiche che portano queste aree del mondo a danneggiare in modo massiccio le foreste. All’atto pratico una delle principali cause della deforestazione in questi paesi è il disboscamento promosso dalle aziende agricole. Nei paesi in via di sviluppo si calcola in media che l’agribusiness è responsabile del 40% della deforestazione. Il resto della torta invece viene spartito tra costruzione di strade e infrastrutture, o deforestazione per attività legate al sostentamento, come l’utilizzo del legname delle foreste come fonte di energia a basso costo, infine per incendi accidentali e non.

Conclusioni

Il binomio disuguaglianza economica e disuguaglianza ambientale si ritrova anche nelle cause che portano alla deforestazione, un fenomeno che da solo rappresenta circa il 10% delle emissioni di CO2 totali. Quindi, comprendere e contrastare il fenomeno deforestazione da un punto di vista tanto ambientale, che sociale diventa necessario. Per questo zeroCO2 lavora costantemente promuovendo e rispettando sia la sfera ambientale, che quella sociale, legando questi due facce della stessa medaglia all’interno dei suoi piani di riforestazione.

Riferimenti bibliografici

  • FAO. 2020. “Global Forest Resources Assessment 2020”. http://www.fao.org/forest-resources-assessment/2020

  • Hosonouma, Noriko e altri. 2012. “An assessment of deforestation and forest degradation drivers in developing countries”. Environmental research letters 7: (1-12).

zeroCO2. Un mondo
intero di storie.

Non parliamo solo di alberi, ma di comunità, innovazione e storia. Ascolta ciò che abbiamo da dire.

keyboard_arrow_left keyboard_arrow_right

Amazzonia peruviana, nuove radici per zeroCO2

Il Perù è incredibile, la patria del meraviglioso popolo Inca! Ha tantissimi ecosistemi diversi ed eccezionali, tra questi c’è anche la Foresta Amazzonica, dove anche noi, con un bellissimo progetto, ci apprestiamo a dare un contributo…

Clima e Nazioni: l'accordo di Parigi

Il nostro pianeta sta risentendo sempre di più gli effetti del cambiamento climatico. In un mondo in cui gli effetti di questo cambiamento permeano tutti gli aspetti della nostra vita, gran parte dei governi e delle nazioni…

Educazione incisiva e di qualità: una visione Globale

L’agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ha collocato l’educazione al centro dei dibattiti sul futuro dell’umanità, fondandosi sulla ferma convinzione che l’educazione sia uno dei motori più potenti e collaudati per garantire …

fai la tua mossa.

fai la tua mossa.

Sia per migliorare l’ambiente o generare impatto sociale, con zeroCO2 non puoi sbagliare: siamo un progetto sostenibile in tutti i sensi possibili.