Se pensiamo a Venezia e alle case che sembrano fluttuare sull’acqua ci sentiamo fortunati ad avere un piccolo tesoro così bello nel nostro Paese. Eppure, per le città che sorgono sulla costa, il futuro non appare così roseo.
Sembra surreale a pensarci, ma, a causa dei cambiamenti climatici, ci siamo spinti così verso il baratro da dover arrivare a spostare un’intera città. È ciò che sta accadendo a Giacarta, la capitale dell’Indonesia: una prospettiva preannunciata già nel 2017, che oggi diventa ufficiale.

 

LA CITTA’ CHE POGGIA SULL’ACQUA

L’inizio della storia di Giacarta si può far risalire al XIII secolo d.C., quando il Regno di Sunda, dopo aver conquistato l’Isola di Giava, decise di costruire un grande porto commerciale intorno all’estuario del fiume Ciliwung. Fin da subito la presenza dell’acqua appare scomoda, ma si decide di proseguire e le prime case nascono sulle palafitte.
Come spesso accade, l’uomo non si è curato della presenza della natura e l’insediamento ha continuato a crescere per anni, fino a diventare un centro nevralgico per tutto l’arcipelago indonesiano. Con canali navigabili, ponti e passerelle affacciate sul vecchio porto, nel 1930 si contavano già mezzo milione di abitanti.

UNA LENTA E SILENZIOSA DISCESA

La crescita della città non si è mai arrestata negli anni, ma Giacarta, poggiando su un un terreno paludoso, ha continuato a sprofondare sempre più.
A contribuire a ciò non è solamente l’aumento della popolazione; l’innalzamento dei mari degli ultimi anni, l’abbondanza e l’intensità dei fenomeni meteorologici estremi, la cementificazione e il cedimento del suolo hanno portato a un drastico bilancio: tra il 2019 e il 2020 la città è affondata di 10 cm all’anno e dalle stime risulta che sarà sommersa per 1/3 entro il 2050.
L’unica prospettiva possibile al governo è sembrata quella di spostare la capitale, tentando di ridurre i rischi per la popolazione e l’impatto ambientale.

 

LA NASCITA DI NUSANTARA

Il 18 gennaio 2022 il Parlamento ha approvato la legge che istituisce la nuova capitale: costerà oltre 56 miliardi di dollari e sorgerà nella regione del Kalimantan orientale, la parte indonesiana dell’Isola del Borneo, a circa 2 mila chilometri a nord est di Giacarta. La nuova città, chiamata Nusantara (che tradotto significa “arcipelago”) dovrebbe essere inaugurata per il 2024: una data forse troppo vicina, che preannuncia già dei ritardi.
Il progetto prevede che Nusantara possa inizialmente occupare più di 56mila ettari, ma potrebbe raggiungere anche i 256mila. 

UNA SOLUZIONE O LA STORIA SI RIPETE?

Il retroscena di questa decisione, però, lascia molti dubbi: la città dovrà sorgere al centro di quella che oggi è una delle foreste pluviali più importanti e antiche del Pianeta. Come si concilierà tutto questo con il progetto di urbanizzazione?

Le autorità indonesiane hanno garantito che il nuovo insediamento sarà concepito al fine di essere “ad emissioni zero”: “Si tratterà di una capitale intelligente, che potrà rappresentare un centro per l’innovazione”. 

In realtà, la soluzione scelta ha tutta l’aria di diventare in futuro un ulteriore problema, o ancora peggio, l’esatta copia di ciò che è già successo. La natura, ancora una volta, è stata messa in disparte per lasciare spazio all’invadenza dell’uomo, ma l’esempio di Giacarta ci dimostra che prima o poi tornerà sempre a riprendersi lo spazio di cui necessita.

L’istituzione di Nusantara potrà sembrare una soluzione per i milioni di cittadini di Giacarta, ma sarà la fine per le numerosissime specie animali e vegetali che abitano ora la foresta del Borneo. Un sacrificio che, per l’ennesima volta, deve subire la natura. 

Scritto da: Martina Giagio

Fonti:

ilmanifesto.it/giacarta-affonda-serve-unaltra-capitale/

www.lifegate.it/lindonesia-capitale-giacarta-clima?utm_campaign=later-linkinbio-lifegate&utm_content=later-24107148&utm_medium=social&utm_source=linkin.bio

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