È difficile sentirsi accusati di ipocrisia, eppure, noi tutti, in quanto europei, in quanto cittadini di paesi ad alto reddito, ci ritroviamo a viverci dentro, almeno ad una. Ed è l’ipocrisia climatica.


Emissioni, 200 a 1 per noi

Secondo una nuova analisi del Center for Global Development (CGD), solo nei primi due giorni di gennaio, l’inglese medio era già responsabile di più emissioni di anidride carbonica di quelle che una persona della Repubblica Democratica del Congo produrrà in un anno intero.

Lo studio, che mette in evidenza la “vasta disuguaglianza energetica” tra paesi ricchi e poveri, ha rivelato che ogni britannico produce 200 volte le emissioni di un congolese medio, mentre uno statunitense ne produce 585 volte tanto. In totale, le emissioni medie di gennaio del Regno Unito sono state superiori a quelle annuali di circa 30 paesi a basso o medio reddito, superando più o meno un paese al giorno.

Lo stesso si può dire dell’Italia e dei paesi europei in genere, i nostri standard di vita alla fine sono quelli. Nel 2018 Regno Unito e Italia hanno emesso circa 5,4 tonnellate di emissioni di CO2 pro capite; 15,24 gli Stati Uniti; 7,7 Germania; 7,4 Cina; 4,6 la Francia; 1,8 l’india; 0,2 la Tanzania; 0,03 il Congo.

Divieti ai finanziamenti dei combustibili fossili, ma dove?

A novembre 2021, durante la COP26, diversi paesi e istituzioni finanziarie hanno firmato un impegno per porre fine al sostegno pubblico ai progetti internazionali sui combustibili fossili. Se questo accordo è stato celebrato, contrasta, però, con il continuo uso di sussidi da parte degli stessi paesi, per non parlare dei piani per nuovi progetti nazionali. Gli Stati Uniti hanno almeno 24 progetti di combustibili fossili in sospeso, mentre il Regno Unito sta autorizzando nuovi giacimenti di petrolio e gas nel Mare del Nord.

Vijaya Ramachandran, membro del CGD, sostiene che i divieti generalizzati sui progetti di combustibili fossili nei paesi poveri sono “coloniali” e radicano la povertà mentre fanno poco per ridurre le emissioni di carbonio del mondo, per la maggior parte dovute ai paesi ad alto reddito. Imporre questi divieti agli stati poveri, mentre allo stesso tempo quelli ricchi aumentano il loro consumo è un’ipocrisia di rango ed è devastante per i paesi che hanno bisogno di una vasta gamma di energia per alimentare lo sviluppo.
Tutt’ora, circa 940 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’elettricità. E la quota maggiore (quasi 2/3) vive nell’Africa subsahariana.

 

Prima la responsabilità a noi

Risolvere la crisi climatica a medio termine deve essere soprattutto responsabilità dei paesi ad alte emissioni. Il fatto che i paesi Occidentali emettano più CO2 in un paio di giorni di quanto molti paesi a basso e medio reddito facciano in un anno ne è una dimostrazione schiacciante e suggerisce che le possibilità di ridurre le emissioni in questi ultimi sono minime. 

Dove ci sono buone opportunità di usare gli aiuti per promuovere un’energia più pulita e allo stesso tempo combattere la povertà, dovrebbero essere colte. Può essere economicamente e politicamente difficile, ma l’azione per il clima deve radicarsi prima qui da noi, non altrove.

Scritto da: Laura Persavalli

Fonti:

https://www.theguardian.com/global-development/2022/jan/28/west-accused-of-climate-hypocrisy-as-emissions-dwarf-those-of-poor-countries#:~:text=The%20study%2C%20which%20highlights%20the,producing%20585%20times%20as%20much

https://data.worldbank.org/indicator/EN.ATM.CO2E.PC?most_recent_value_desc=true

https://ourworldindata.org/energy-access

https://www.cgdev.org/blog/new-years-resolution-uk-climate-hypocrisy

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