Ciao, dall’Amazzonia:
Alberi autoctoni dal cuore della foresta pluviale più grande del mondo, per rigenerarla e combattere la deforestazione nel nostro polmone verde.
I suoi fiori sono simbolo di matrimonio e amore fin da quando, secondo la mitologia greca, Gea -Dea della terra- donò un albero di arancia per le nozze di Zeus e Hera.
L’arancio è un antico ibrido nato più di 4000 anni fa dall’incrocio fra il pomelo e il mandarino.
Gli antichi popoli del Centro America consideravano l’Avocado un frutto dall’incredibile potere afrodisiaco, definito anche ”frutto dell’amore”, il suo nome deriva dalla parola Azteca ”ahuacalt ” che significa… testicolo.
Ciao sono un Cacao:
Come dicevano gli aztechi, il frutto del cacao nasconde un tesoro di semi amari come le sofferenze dell’amore, forti come il coraggio, rossi come il sangue.
Ciao sono una Caoba:
Caoba era un termine indigeno che sta per “frutto che non si mangia”. Particolarmente apprezzato dagli ebanisti, durante gli anni ’90 il principale esportatore fu la Bolivia ma, a causa di uno sfruttamento inadeguato, in questo paese la specie è quasi scomparsa.
Ciao, sono una Cedrela:
I Maya e i primi coloni usavano la Cedrela principalmente per la costruzione di canoe e case, in quanto non viene attaccata dai tarli. Da allora non ha cessato di essere apprezzato per il suo legno pregiato.
Gli antichi popoli mesoamericani facevano bollire la sua linfa, il “chicle”: la modellavano e la tagliavano in pezzi per poterla masticare. La prima gomma da masticare conosciuta. I Maya usavano il legname pregiato e durevole per costruire i loro templi.
Ciao sono un Lime:
Sebbene in Guatemala si chiami “Limon”, in Europa è conosciuto come Lime. Più piccolo e più aspro di un limone, questo frutto è molto usato nelle bevande rinfrescanti.