Sistema di scambio delle emissioni dell’UE

Funzionamento del sistema di scambio delle emissioni dell’UE

• Il sistema di scambio delle emissioni dell’Unione Europea obbliga le industrie coinvolte a richiedere un permesso per ogni tonnellata di CO2 emessa secondo il principio di “chi inquina paga”;
• Le industrie devono acquistare le quote di emissioni attraverso delle aste in cui il prezzo segue le regole della domanda e dell’offerta;
• Per evitare che in alcuni settori più rischiosi, le industrie si trasferissero fuori dall’Unione una certa quantità iniziale di quote sono state fornite gratuitamente.

Approfondimento

Il sistema di scambio delle emissioni dell’UE è uno strumento per la riduzione delle emissioni di CO2 basato su meccanismi di incentivi e la legge della domanda e dell’offerta. A differenza delle leggi che obbligano le industrie a limitare le proprie emissioni entro confini definiti o a installare determinate tecnologie per ridurle, un sistema di scambio delle emissioni si basa sui meccanismi del mercato che permetterebbero di garantire la massima efficienza.
In un sistema di scambio, diversamente dall’imposizione di una tassa sulle emissioni, viene stabilito un tetto massimo di emissioni attraverso la quantità di permessi che vengono rilasciati sul mercato, mentre il prezzo dei permessi viene stabilito dalla legge della domanda e dell’offerta.
Ci sono diversi dibattiti aperti sul sistema di scambio delle emissioni. Dal punto di vista etico, molti obiettano allo stesso principio di poter comprare il diritto di produrre emissioni. Dal punto di vista economico, questo strumento ha diverse limitazioni tra cui la possibilità che si creino delle bolle speculative e la necessità di costruire un mercato estremamente efficiente. A seguito della crisi finanziaria del 2008, il prezzo permessi del sistema di scambio delle emissioni dell’UE era crollato poiché la domanda era scesa ma l’offerta rimaneva invariata.
Il surplus di permessi e i prezzi bassi scoraggiavano le aziende dall’investire in tecnologie verdi, ostacolando così l’efficienza del sistema. Pertanto, nel 2015 l’UE ha creato la riserva stabilizzatrice del mercato – MSR – in cui ha collocato il 24% di tutte le quote dalla quale possono essere sbloccate in caso di carenza.
Nel marzo 2023, in seguito allo shock della pandemia di Covid-19, l’MSR è stato esteso fino al 2030 per proteggere nuovamente il sistema dal calo dei prezzi.