“zeroCO2 nasce come una piccola realtà, ma con molte potenzialità, frutto di tanti discorsi, progetti, sogni, insomma, tutto quello che si può immaginare quando si progetta qualcosa di innovativo. All’inizio con più desiderio ed entusiasmo che cose concrete, ma con la convinzione di contribuire non solo all’ambiente del nostro pianeta, ma anche con la gente del Guatemala rurale e di altri paesi che soffrono di emarginazione non solo economica, ma anche sociale, razziale e molte altre forme di esclusione, ma infine come dice una frase guatemalteca «echar una mano a nuestros hermanos».
In seguito, nel silenzio, abbiamo iniziato una pianificazione molto discreta di come sarebbero stati i vivai, di come avremmo consegnato gli alberi alle comunità locali, non sappiamo quante volte abbiamo dovuto discutere gli stessi argomenti!
Abbiamo iniziato il progetto con obiettivi per le nostre realtà accettabili, poi questi obiettivi sono cresciuti enormemente, e più persone si sono aggiunte al nostro team.
Per non dilungare la storia, poi è arrivata la pandemia. Però, anche con tutte le battute d’arresto che abbiamo affrontato sia in Italia che in Guatemala, il lavoro è stato fatto con lo stesso entusiasmo, se non maggiore.”
Questa riflessione di Virgilio Galicia, co-founder e responsabile operativo di zeroCO2, ci fa tornare indietro nel tempo, a quando zeroCO2 era ancora una piccola realtà ed il traguardo di piantare circa 180.000 piante, tra alberi da frutto e forestali, contribuendo così ad una sicurezza alimentare, economica ed ambientale nella regione del Petén in Guatemala, ci sembrava irraggiungibile.
Siamo riusciti a raggiungere un obiettivo per noi molto importante, e lo abbiamo fatto portando avanti il nostro progetto in maniera responsabile, sostenibile e trasparente.