Si è conclusa sabato sera la COP26, Conferenza per il clima tanto attesa, seguita e discussa in tutto il mondo. Tra le aspettative più realistiche e disilluse e quelle di chi sperava nell’occasione definitiva per un cambio di paradigma, quali sono stati gli argomenti fino alla fine discussi e quali le decisioni prese?

Le modifiche dalla prima alla terza bozza

Il rilascio della prima bozza dell’accordo ha visto un momento importante alla COP26, poiché includeva il linguaggio più forte di sempre sulla necessità di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. La bozza chiedeva anche ai governi di accelerare la graduale eliminazione del carbone e dei sussidi per i combustibili fossili. Un aspetto fondamentale, dato che nessuna COP aveva mai menzionato specificamente i combustibili fossili. 

Nella bozza successiva però si è passati a una posizione decisamente più morbida riguardo al porre fine a questi sussidi. E le 18:00 di venerdì – la fine prevista dei colloqui – sono passate senza che fosse stato annunciato un accordo definitivo. Questo è stato invece raggiunto con un giorno di ritardo, sabato sera, e i paesi sono stati invitati a sforzarsi per interrompere la produzione di energia elettrica a carbone e i sussidi inefficienti per i combustibili fossili. Un approccio meno deciso e senza date specifiche, che lascia di fatto ancora ampio margine a chi vuole continuare a farne uso. 

I principali punti, risolti e non, dell’accordo

I punti principali del testo concordato sono due. Il primo riguarda i piani nazionali sul taglio delle emissioni entro il 2030 – noti come Contributi determinati a livello nazionale (NDC) -, la cui revisione sarà all’ordine del giorno per la COP del prossimo anno, che si terrà in Egitto, invece che tra cinque anni. Questo fornisce ai paesi che hanno un’ambizione più alta sulla riduzione delle emissioni una leva importante per assicurare che i paesi in ritardo facciano un passo avanti. 

Il carbone, nonché il combustibile fossile più inquinante, costituisce il secondo punto. L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha chiarito che se non viene rapidamente eliminato, il mondo non avrà alcuna speranza di rimanere entro 1,5°C. Per raggiungere l’obiettivo, almeno il 40% delle 8.500 centrali a carbone esistenti nel mondo deve essere chiuso entro il 2030 e non devono esserne costruite di nuove. Tuttavia l’accordo definitivo ha cambiato all’ultimo minuto l’iniziale phase-out (uscita) con l’espressione phase-down (calo), l’impegno a ridurre gradualmente la produzione di energia a carbone è perciò molto debole.

Mentre per altri argomenti discussi durante la Conferenza i paesi hanno fallito nel trovare una soluzione. E’ il caso dei finanziamenti per il clima, per cui i paesi ricchi non hanno ancora raggiunto i 100 miliardi di dollari all’anno concordati nel 2009 da dare ai paesi poveri per aiutarli a ridurre le emissioni e far fronte agli impatti della crisi climatica. E’ stato solo promesso che nei prossimi cinque anni seguiranno aumenti nei finanziamenti e i paesi in via di sviluppo hanno chiesto che la maggior parte del denaro sia speso per l’adattamento, piuttosto che per la riduzione delle emissioni. 

Un altro fallimento riguarda le perdite e i danni dovuti alle devastazioni della crisi climatica, su cui si discute da tempo. Molti paesi in via di sviluppo speravano che la COP26 potesse fornire una qualche meccanismo di finanziamento per perdite e danni. Questo non è successo, e la questione tornerà ai colloqui l’anno prossimo.
Vanno comunque contati alcuni accordi “settoriali” raggiunti durante la Conferenza: quello contro la deforestazione, firmato da più di 100 paesi che promettono di fermarla entro il 2030; l’iniziativa firmata da 108 paesi di ridurre del 30% le emissioni di metano entro il 2030; e l’accordo firmato da 22 paesi che prevede tra il 2035 e il 2040 di avere tutti i nuovi autoveicoli venduti elettrici. 

Risultati troppo deboli per fermare il disastro

Il Climate Action Tracker, la coalizione di analisi climatiche più rispettata al mondo, ha annunciato che l’aumento della temperatura supererà un disastroso 2,4C entro la fine di questo secolo, sulla base degli obiettivi a breve termine che i paesi hanno stabilito alla COP26. I risultati di questa Conferenza sono secondo molti esperti troppo pochi e troppo deboli per fermare il disastro.

Nonostante sia stato inserito per la prima volta un esplicito riferimento alla riduzione del carbone, l’accordo è deludente per numerosi aspetti: perché non ha preso in considerazione interventi per limitare l’estrazione di petrolio e degli altri idrocarburi; perché non ha dimostrato un definitivo intento tra paesi a cooperare e sostenersi per fermare la crisi climatica; perché sarebbe bastato dare davvero ascolto alle richieste della società del mondo intero per capire cosa andava fatto. A quanto pare i governi sono convinti che ci resti ancora tempo per prendere vere decisioni nei prossimi anni. A quanto pare pensano che la crisi climatica sia tutta un gioco da tavolo, un’espansione del Monopoly, oppure un brutto sogno dal quale domani si sveglieranno, magari su Marte.   

zeroCO2. Un mondo
intero di storie.

Non parliamo solo di alberi, ma di comunità, innovazione e storia. Ascolta ciò che abbiamo da dire.

keyboard_arrow_left keyboard_arrow_right

COP26. Com’è andata la prima settimana.

Si è conclusa la prima settimana di trattative alla COP26. Ora si guarda ai risultati raggiunti, e non, e a quali accordi porterà la seconda e conclusiva settimana. Vediamo quali sono stati i punti salienti…

La nostra ombra climatica sul Pianeta. Una nuova metrica.

Siamo tutti piuttosto abituati al concetto di carbon footprint o impronta di carbonio , uno strumento che ci aiuta a calcolare quanto stiamo personalmente contribuendo al cambiamento climatico…

COP26. Cos'è e perché è importante.

La COP è la principale conferenza annuale sul clima, dove centinaia di leader mondiali si riuniscono per concordare piani per affrontare il cambiamento climatico. COP sta per Conference of the Parties…

fai la tua mossa.

fai la tua mossa.

Sia per migliorare l’ambiente o generare impatto sociale, con zeroCO2 non puoi sbagliare: siamo un progetto sostenibile in tutti i sensi possibili.