Nel dettaglio, la direttiva CSDDD introduce un obbligo di due diligence aziendale per le grandi aziende, mirato a identificare e gestire gli impatti negativi sui diritti umani (ad esempio, il lavoro minorile) e sull’ambiente (come l’inquinamento) nelle loro attività, nelle controllate e nella catena di attività (anche catena del valore, o catena di approvvigionamento) includendo tutte le operazioni svolte dai partner commerciali di un’azienda, sia a monte che a valle.
A monte rientrano attività come progettazione, estrazione, approvvigionamento, produzione, trasporto, immagazzinamento e fornitura di materie prime, prodotti o parti. A valle, invece, comprende la distribuzione, il trasporto e l’immagazzinamento dei prodotti, quando tali attività vengono svolte per conto dell’azienda. Tutte queste attività rientrano dunque nel perimetro della Corporate Sustainability Due Diligence Directive, che per tale ragione è appunto detta anche Supply Chain Act o Supply Chain Directive.
La CSDDD prevede inoltre che le grandi aziende adottino un piano di transizione per mitigare i cambiamenti climatici, allineando il loro modello di business e la strategia aziendale agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, inclusa la limitazione del riscaldamento globale a 1,5 °C. Il piano deve essere compatibile con la transizione verso un’economia sostenibile e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, come stabilito dal regolamento europeo (UE) 2021/1119, e indicare obiettivi intermedi.
Nella pratica, la direttiva richiede alle imprese di mappare e mitigare gli impatti negativi sull’ambiente, promuovendo un approccio trasparente e responsabile che spinga le organizzazioni non solo a ridurre le emissioni dirette (Scope 1 e 2), ma anche a integrare strategie di decarbonizzazione per le emissioni indirette (Scope 3) generate lungo tutta la filiera, dall’acquisto delle materie prime alla distribuzione e al fine vita dei prodotti, che diventano elemento cruciale per contribuire a una sostenibilità più ampia e profonda della catena di fornitura.
La Corporate Sustainability Due Diligence Directive adotta infatti l’approccio “One Health” definito dall’OMS come un approccio integrato e unificante che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi riconoscendone la loro interconnessione. Pertanto la due diligence include la prevenzione del degrado ambientale e la tutela del diritto a un ambiente sano e sostenibile, per ridurre rischi come le epidemie.