Nel 2015, lo Stato del Guatemala ha promulgato e attivato la Ley Pro Bosque (Legge Pro Foreste), che mira a incoraggiare tutte le attività agricole che promuovono il ripristino dei terreni forestali degradati, la creazione e la gestione dei servizi ecosistemici, le piantagioni forestali e i sistemi agroforestali, nonché la salvaguardia delle foreste native. Questa legge consiste nella concessione di incentivi a enti sociali, comunità indigene o enti privati che svolgono attività di questo tipo.
In questo contesto, però, la popolazione aveva già ricevuto promesse non mantenute dalle istituzioni statali e dalle aziende private nazionali e multinazionali, che sono anche le principali responsabili della deforestazione in Guatemala. “Era il 2020 quando zeroCO2 arrivò, offrendo alberi per riforestare l’area, ma ci hanno accolto con grande diffidenza,” racconta Cecilia Monari, responsabile del settore forestale e delle operazioni di zeroCO2.
Pur accettando la proposta, i membri della comunità ritenevano che fosse “un’altra promessa” da aggiungere all’elenco delle speranze non mantenute. “Quando siamo tornati con 20.000 alberi, non si è presentato nessuno, ma non ci siamo arresi ed abbiamo iniziato a piantare gli alberi negli appezzamenti designati, proprio come gli avevamo promesso.”
Quando hanno visto che ciò che stava accadendo era reale, sempre più persone della comunità si sono unite al processo di piantumazione. “Ci hanno offerto aiuto, cibo e una doccia. E il cibo non era un piatto qualsiasi: era un caldo de gallina, un piatto tipico che significa famiglia, vicinanza e fiducia“, racconta Cecilia. E questa fiducia dura tuttora.