Il 22 marzo 2021 si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua per sensibilizzare sulla crisi globale di questa risorsa, che è la linfa vitale degli ecosistemi e da cui dipende la nostra sicurezza alimentare e nutrizionale presente e futura. Eppure, le risorse di acqua dolce stanno diminuendo a un ritmo allarmante.
Il 70% della superficie terrestre è coperto d’acqua, il che sembra molto, ma solo lo 0,027% dell’acqua dolce del pianeta è disponibile per l’uso. Infatti, solo il 3% di essa è dolce e per la maggior parte sotto forma di ghiaccio.
Cos’è l’impronta idrica?
Tutto ciò che usiamo, compriamo e mangiamo richiede acqua per essere prodotto. L’impronta idrica misura la quantità di acqua necessaria per ciascuno dei beni e servizi che usiamo. Può essere misurata per un singolo processo, come la coltivazione del riso, per un prodotto, come un paio di jeans, o per un’intera azienda multinazionale.
L’impronta idrica ha tre componenti che insieme forniscono un quadro completo dell’uso dell’acqua:
Verde, l’acqua proveniente dalle precipitazioni e immagazzinata nel suolo attorno alle radici.
Blu, l’acqua proveniente da risorse idriche di superficie o sotterranee.
Grigia, l’acqua necessaria per assimilare sostanze inquinanti per soddisfare specifici standard di qualità.
L’acqua nascosta dietro la nostra dieta
L’acqua “che mangiamo” ogni giorno attraverso il cibo è molto più di quella che beviamo. A seconda della dieta, va da 2.000 a 5.000 litri per il consumo quotidiano di una persona.
L’agricoltura conta per quasi il 70% di tutta l’acqua prelevata. Circa il 27% dell’impronta idrica dell’uomo è legata alla produzione di prodotti animali e ciò che contribuisce maggiormente (98%) in tale produzione proviene dalla coltivazione di mangimi. Questa fase è la più lontana dal consumatore, il che spiega perché i consumatori hanno generalmente poca idea del fatto che i prodotti animali richiedono molta terra e acqua.
Stress idrico
Il livello di stress idrico è definito come il rapporto tra il totale dell’acqua dolce prelevata da tutte le attività economiche e il totale delle risorse di acqua dolce disponibili, dopo aver preso in considerazione i requisiti di flusso ambientale essenziali per mantenere la salute e la resilienza dell’ecosistema.
I problemi dell’acqua sono spesso legati alla struttura dell’economia globale. Molti paesi hanno esternalizzato in modo significativo la loro impronta idrica, importando beni ad alta intensità d’acqua da altrove. Questo mette sotto pressione le risorse idriche nelle regioni esportatrici.
Si prevede che la scarsità d’acqua si intensificherà a causa del cambiamento climatico.
Oltre a migliorarne l’efficienza d’uso, è necessario riutilizzare le risorse di acqua dolce e aumentare l’uso sicuro delle acque reflue. La questione della scarsità d’acqua è al centro dello sviluppo sostenibile. Dobbiamo cambiare le nostre abitudini e agire per proteggere questa preziosa risorsa.
Scritto da: Laura Persavalli
Fonti:
http://www.fao.org/fao-stories/article/en/c/1185405/
https://waterfootprint.org/en/
https://waterfootprint.org/media/downloads/Hoekstra-2012-Water-Meat-Dairy_2.pdf
https://sdg6data.org/indicator/6.4.2
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