Cosa si intende per sostenibilità sociale?
Stando alla definizione dell’UN Global Compact, la sostenibilità sociale riguarda l’identificazione e la gestione degli impatti aziendali, sia positivi che negativi, sulle persone.
Direttamente o indirettamente, le aziende influenzano ciò che accade ai dipendenti, ai lavoratori nella catena del valore, ai clienti e alle comunità locali, pertanto è fondamentale gestire tali impatti in modo proattivo nel rispetto dei diritti umani.
Diritti umani che diventano così il fulcro intorno al quale progettare azioni mirate a migliorare la vita delle persone interessate, ad esempio creando posti di lavoro dignitosi, beni e servizi che aiutino a soddisfare bisogni di base e catene del valore più inclusive; realizzare investimenti sociali strategici e promuovere politiche pubbliche a supporto della sostenibilità sociale; collaborare con altre aziende, unendo le forze per ottenere un impatto positivo maggiore.
Insieme alla sostenibilità ambientale ed economica, la sostenibilità sociale è uno dei tre pilastri dello Sviluppo Sostenibile che, così come definito nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, rappresenta un modello di crescita volto a garantire il soddisfacimento delle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie. Di contro, come spiegato dall’ONU, lo sviluppo non sostenibile avviene quando le persone perseguono ricompense immediate senza pensare ai danni ad altre persone o al pianeta. È il caso di qualcuno che abbatte un’intera foresta per ottenere un profitto rapido, anche se un ecosistema crolla, le specie in via di estinzione muoiono e le comunità locali sono esposte a un rischio permanente di inondazioni devastanti.
Da questo esempio emerge altresì come i tre pilastri della sostenibilità siano tra loro fortemente connessi.