Il pianeta in cui abitiamo viene chiamato “Pianeta Terra”, eppure, il 70 % della sua superficie è ricoperta di acqua, di cui il 97% è acqua di mare: un fatto che ci deve far riflettere. Sarebbe infatti più corretto parlare di Pianeta Blu, un unico velo di acqua che avvolge e protegge il nostro pianeta, rendendolo così speciale. Ma come mai?
UN UNICO GRANDE OCEANO
Sentiamo parlare sempre nei libri di scienza dell’esistenza di vari oceani, quando in realtà potremmo dire che l’oceano è uno solo: è l’insieme di tutti i mari presenti nel pianeta e ospita oltre l’80% delle specie viventi ad oggi conosciute (e molte altre ancora da scoprire).
Ed è proprio nell’Oceano che, più di 4 miliardi di anni fa, è nata la vita, a partire da piccoli organismi composti inizialmente da una sola cellula.
BREATH IN, BREATH OUT
Ci sono davvero moltissimi motivi per i quali è così speciale e soprattutto essenziale per la nostra sopravvivenza, ma il principale è quello di essere il nostro Polmone Blu.
Insieme alle grandi foreste tropicali assorbe infatti 1/3 del biossido di carbonio emesso nell’atmosfera e ci dona circa il 50% dell’ossigeno che respiriamo. Tutto questo grazie alla fotosintesi clorofilliana, che viene effettuata dalle piante marine e dal fitoplancton, attraverso la quale gli organismi vegetali catturano l’anidride carbonica dall’atmosfera rilasciando ossigeno.
L’esistenza del fitoplancton è alla base della catena alimentare marina e quindi essenziale per tutte le forme di vita del nostro pianeta: senza di esso la vita sulla Terra, così come la conosciamo, non si sarebbe mai sviluppata. Ecco che le piante marine formano delle vere e proprie foreste sommerse: la Posidonia oceanica ad esempio, una pianta caratteristica del Mar Mediterraneo, riesce a produrre 20 litri di ossigeno al giorno per ogni km2.
UNO STRUMENTO PER LEGGERE GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Purtroppo il nostro oceano è tanto pàrezioso quanto fragile: è infatti il primo a risentire pesantemente gli effetti del cambiamento climatico.
L’aumento della CO2 presente nell’atmosfera, dovuta alle attività antropiche, fa aumentare anche l’assorbimento della stessa da parte dell’oceano, il nostro serbatoio naturale di CO2. Questo comporta un effetto disastroso: l’acidificazione dell’acqua. La variazione del pH marino incide soprattutto sullo stato di salute degli organismi che utilizzano il carbonato di calcio per sopravvivere, come i coralli e i molluschi provvisti di conchiglia, intaccando la loro robustezza.
Negli ultimi decenni, l’oceano ci ha fornito un grosso aiuto nella mitigazione dell’aumento della temperatura. Più del 90% del calore generato negli ultimi 50 anni è stato assorbito dagli oceani, aiutando temporaneamente a salvare molte specie terrestri da temperature catastrofiche. Ciò ha comportato però un problema per tutte le specie marine, portando alla sofferenza di alcune e alla scomparsa di grandi barriere coralline.
Nel 2021, inoltre, le temperature oceaniche sono state le più calde mai registrate nella storia; per il sesto anno consecutivo è stato battuto questo record. I 2.000 metri superiori dell’oceano hanno assorbito 14 zettajoule in più rispetto al 2020.
Come per tutto ciò che riguarda la crisi climatica, una migliore consapevolezza e comprensione degli oceani e delle loro pecurialità, sono alla base nella definizione di migliori azioni verso un futuro più sostenibile. L’oceano è molto vasto e spesso ci sembra un mondo così immenso da essere quasi astratto, ma nasconde moltissime peculiarità che lo rendono indispensabile per la nostra vita: non dobbiamo dimenticarlo.
Scritto da: Martina Giagio
Fonti:
https://www.theguardian.com/environment/2022/jan/11/oceans-hottest-temperatures-research-climate-crisis
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/01/13/news/riscaldamento_degli_oceani_nuovo_record_nel_2020-282381565/
https://www.istituto-oikos.org/notizie/giornata-mondiale-oceani
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