Fortunatamente, non molti di noi possono raccontare di essersi trovati nelle vicinanze di un grande incendio. Un’esperienza pericolosa e terrificante, che evidenzia come la potenza del fuoco riesca ad essere terribilmente distruttiva per tutto ciò che trova lungo il suo cammino.

UN’ONDATA ROSSA CHE DIVAMPA NEL NOSTRO FRAGILE  PIANETA 

Che siano causati dall’uomo o dalla natura, quando gli incendi cominciano ad espandersi senza controllo possono trasformarsi in incendi boschivi, andando a distruggere ettari di flora e fauna. Ad oggi, purtroppo, gli incendi stanno diventando una presenza fissa nei nostri calendari stagionali: incontrollabili e devastanti, si verificano in tutti i continenti (escluso l’Antartide) e la maggior parte delle zone del pianeta, ad un certo punto durante l’anno, presenta condizioni meteorologiche favorevoli allo scoppio di un incendio.

Il rischio che questi rappresentano per la popolazione e per l’ambiente è in aumento, a causa di numerosi fattori, tra i quali il cambiamento climatico. 

Un incendio infatti è molto più complesso di una semplice fiamma alimentata dal vento: è il risultato di un intrecciata interazione di fattori biologici, meteorologici, fisici e sociali che influenzano la probabilità della sua formazione, propagazione, intensità, durata ed estensione.

UN GRANDE INCENDIO ALIMENTATO DA NOI 

Ricordiamo tutti l’ondata di caldo estremo che, nel corso del 2021, ha colpito il nostro pianeta e che in particolare nel bacino del Mediterraneo ha favorito la diffusione di numerosissimi incendi: secondo il nuovo rapporto Spreading like wildfire: the rising threat of extraordinary landscape fires, presentato il 23 Febbraio scorso dal Programma Onu per l’ambiente (UNEP), questo rappresenterà sempre di più la norma. Si prevede infatti che la crisi climatica in corso e i cambiamenti nell’uso del suolo non solo renderanno gli incendi più frequenti e intensi ma l’aumento globale arriverà al 50% entro la fine del secolo.

Non per tutti il fuoco è dannoso: come tutto ciò che compone il nostro pianeta, rappresenta una piccola parte di un ecosistema molto complesso e per alcuni è una vera risorsa. Può infatti influenzare la struttura della vegetazione, della biodiversità, della riproduzione e della funzione di alcuni ecosistemi. Nelle regioni aride e soggette a incendi, il fuoco può svolgere un ruolo importante nella decomposizione della biomassa e nella creazione di rifugi per la fauna. 

Tuttavia, incendi multipli a brevi intervalli possono portare a impatti a breve e lungo termine sulla biodiversità: un effetto catastrofico per tutti gli ecosistemi sensibili come gli habitat tropicali, la steppa nordamericana e molte aree periurbane.

PIANIFICAZIONE, PREVENZIONE, PREPARAZIONE, RIPRISTINO

Viste le condizioni ambientali sfavorevoli, lo studio UNEP invita i Governi ad adottare una nuova “formula antincendio”: la pianificazione, la prevenzione, la preparazione e il ripristino dovrebbero essere le 4 aree di manovra sulle quali investire di più, circa i ⅔ dei fondi totali. Solo il terzo rimasto dovrebbe essere stanziato per la risposta agli incendi.
Ad oggi la situazione è invece completamente ribaltata: oltre la metà della spesa totale viene destinata al contenimento diretto degli incendi, mentre la pianificazione per evitare che le fiamme divampino riceve meno dell’1%.
È invece necessario investire di più nella riduzione del rischio, ad esempio lavorando con le comunità locali e rafforzando l’impegno globale per combattere il cambiamento climatico.
Il ripristino e la tutela di alcuni ecosistemi, quali le zone umide e le torbiere, vengono indicati come una strada fondamentale per mitigare il rischio degli incendi prima che si verifichino e per recuperare più velocemente l’ambiente in seguito. 

Il fuoco “brucia” l’economia di uno stato e spinge la nostra terra verso l’estinzione della fauna selvatica e degli habitat naturali. Fortunatamente il nostro pianeta riesce ad essere molto resiliente ai colpi subiti, ma siamo sicuri che noi sapremo fare altrettanto? 

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