Tra i tanti gravissimi danni che i cambiamenti climatici provocano ci sono anche quelli legati alle invasioni biologiche di specie non native, le cosiddette specie aliene.
LE INVASIONI SILENZIOSE
L’aumento globale delle temperature, la riduzione delle piogge e la perdita di habitat contribuiscono a modificare la struttura degli ecosistemi, che tendono a non essere più specifici per determinate specie animali o vegetali, ma adattabili anche a molte altre. In questo modo, alcuni esemplari, che vengono trasportati dall’uomo in modo volontario o accidentale al di fuori della loro area d’origine, possono colonizzare vasti territori che fino a 20/30 anni fa non avrebbero permesso loro di sopravvivere.
Fortunatamente, non tutte le specie aliene sono invasive: lo diventano solo quelle che, nella nuova area di introduzione, trovano le condizioni ambientali perfette per la riproduzione.Alcune tra le specie aliene che si insediano con successo in nuove aree si diffondono in maniera così rapida da arrivare a causare gravi danni a quelle autoctone e agli ecosistemi originari, a causa della loro forte competitività, portando in alcuni casi alla completa estinzione degli esemplari nativi.
UN’INGENTE PERDITA PER LE NOSTRE AREE VERDI URBANE
Un recente studio pubblicato sul Journal of Applied Ecology ha spiegato come questo fenomeno si stia intensificando anche nelle nostre zone urbane: si stima che entro il 2050, 1.4 milioni di alberi presenti nelle città moriranno a causa delle infestazioni di nuovi parassiti alloctoni, come l’Agrilus planipennis, conosciuto notoriamente come il Minatore smeraldino del frassino.
Scarabeo originario dell’Asia e identificato per la prima volta nel 2002 nel Michigan, ha una larva che si insedia sotto la corteccia del frassino e che scavando cunicoli per nutrirsi del legno, porta alla morte della pianta. Si diffonde con il trasporto della legna e di alberi da vivaio e rappresenta per il 90% la causa di morte di questi alberi.
Anche altri alberi ornamentali abbondanti in città, come l’acero e la quercia, sono a rischio di invasione da parte di nuovi parassiti, arrivati soprattutto con il trasporto navale e insediatisi in un clima mitigato dal cambiamento climatico.
Il numero di abitanti è comunque aumentato moltissimo: secondo la Population Division delle Nazioni Unite abbiamo raggiunto circa gli 8 milioni e la richiesta totale di acqua potabile è di conseguenza 5.500 km3 per anno, mentre le previsioni ci dicono che entro l’anno 2050 la popolazione arriverà a 10 milioni di individui.
Il consumo annuale arriverebbe così ad eccedere la quantità di acqua potabile disponibile ed accessibile sulla terra, conservata in fiumi, laghi e falde acquifere.
VERSO UN FUTURO PIU’ RESILIENTE
Un’altra delle cause responsabili di questo danno è stata imputata alla piantumazione errata, che finisce per mettere a rischio le aree verdi urbane: scegliere di piantare una sola specie ornamentale può essere una pessima decisione poichè si arriverà a creare un ecosistema non differenziato e molto sensibile agli attacchi dei parassiti. Selezionare una varietà maggiore di specie arboree può invece aiutare a fornire una maggiore resilienza contro le infestazioni.
Data la facile diffusione dei parassiti, i ricercatori prevedono che circa 100 milioni di arbusti potrebbero sparire entro i prossimi tre decenni e il costo per provare ad arginare questo fenomeno è stimato a 30 milioni di dollari all’anno.
Sempre più frequentemente, le scelte ambientali che abbiamo fatto (o evitato) nei decenni scorsi ci mostrano conseguenze dannose, che mettono a rischio non solo l’ambiente ma anche la salute umana. Sempre più spesso cerchiamo di sensibilizzare la popolazione verso questi problemi, nella speranza che ciò possa cambiare il nostro sguardo verso un futuro di decisioni più consapevoli e produttive. Saremo davvero in grado di tutelare la casa che abitiamo?
Scritto da: Martina Giagio
Fonti:
https://www.washingtonpost.com/science/2022/03/20/trees-pests-ash-borer/
https://www.themapreport.com/2022/03/21/clima-aumentano-i-parassiti-e-mettono-a-rischio-14-milioni-di-alberi/
http://www.legambienteanimalhelp.it/cambiamenti-climatici-e-specie-aliene-invasive/
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