L’attuale guerra in Ucraina sta minacciando la conservazione delle foreste tropicali: piccoli, medi e grandi produttori alimentari stanno facendo un passo indietro verso l’olio di palma, spesso prodotto in modo insostenibile nelle pianure del Sud-Est asiatico, dell’America Latina e dell’Africa. Questo problema si traduce anche in un’opportunità per le multinazionali agroalimentari di tornare ad imporsi con forza sul mercato e massimizzare i propri guadagni. Ma a quale costo sociale e ambientale?

Come la guerra influenza la produzione di oli vegetali

L’Ucraina è il primo paese esportatore di semi e olio di girasole al mondo. Insieme, Ucraina e Russia rappresentano l’80% delle esportazioni di olio di girasole, utilizzato nel settore oleochimico, ma soprattutto nell’industria alimentare. Con l’attuale guerra che ha colpito le terre e la popolazione ucraina, la carenza di forniture e di esportazioni di olio di girasole da cucina e industriale da parte dei principali paesi produttori ha fatto impennare i prezzi nei paesi importatori.

L’Unione Europea aveva vietato l’utilizzo dell’olio di palma per il settore energetico nel 2018, optando per l’olio di girasole elaborato localmente, un’alternativa di biocarburante più sostenibile e un olio da cucina più sano. Tuttavia, le multinazionali alimentari e i produttori locali si trovano attualmente di fronte a una scelta impegnativa: mantenere pratiche sostenibili lungo la loro catena di valore o reinserire l’olio di palma nelle ricette di quasi tutti i prodotti alimentari confezionati e di bellezza, dai biscotti alle patatine fritte, fino ai dentifrici.

Quali sono i problemi dell’olio di palma nei Paesi esportatori? 

Insieme ad altre monocolture flessibili come la soia, la produzione di olio di palma è nota come uno dei principali driver della deforestazione. Le società internazionali e le imprese agroalimentari sono le principali responsabili del land-grabbing. Questo fenomeno comporta l’acquisizione forzata di grandi appezzamenti di terreno, spesso con annesso esproprio violento delle comunità contadine locali o delle popolazioni indigene, e il successivo sfruttamento delle risorse naturali e umane locali per massimizzare i profitti.

Lo sradicamento delle foreste per lasciare spazio alla monocoltura di palma da olio ha conseguenze devastanti sull’ambiente: gli habitat naturali della fauna locale vengono distrutti, causando un aumento del tasso di CO2 rilasciato nell’atmosfera e il conseguente aggravamento del cambiamento climatico. Oltre ad avere effetti dannosi sull’ambiente, l’accaparramento della terra mette a rischio il sostentamento e la sicurezza alimentare delle comunità locali e indigene, che vivono della terra. 

L’Indonesia e la Malesia sono i principali esportatori mondiali di olio di palma, con l’85% delle esportazioni totali. In America Latina, Colombia, Guatemala, Honduras, Brasile ed Ecuador sono tra i primi dieci produttori al mondo. In questi Paesi, eludere le norme ambientali sul disboscamento si rivela un’attività piuttosto diffusa, con annesse ripercussioni socio-ambientali. Le indagini condotte da un gruppo di giornalisti di Mongabay Latam hanno evidenziato una mancanza di trasparenza sul disboscamento e 231 casi di infrazione delle leggi ambientali.

Immagini del Guatemala: ricostruzione a rischio?

Il più grande progetto sviluppato da zeroCO2 in Guatemala ha l’obiettivo di aiutare a ricostruire gli ecosistemi annientati dalle aziende agroalimentari produttrici di palma da olio e restituire alle comunità locali l’indipendenza rubata. Nel nostro recente viaggio nella zona del Petén, abbiamo potuto vedere e toccare con mano i risultati dei vari progetti di riforestazione sviluppati negli ultimi due anni di duro lavoro di squadra.

L’attuale guerra in Ucraina sta remando contro le conquiste faticosamente ottenute nel bandire la produzione insostenibile di olio di palma e nella ricostruzione di questi ambienti, mettendo sempre più a rischio gli ecosistemi e le comunità ricostituite.

Adotta un albero!

Supporto alla riforestazione in Guatemala.

Mogano

Crescita rapida
630 Kg di CO2 assorbiti
Guatemala

18

Scritto e tradotto da Alice Spada

Fonti:

zeroCO2. Un mondo
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Perché piantiamo alberi?

Perché sia importante piantare alberi lo sappiamo tutti, ma perché zeroCO2 ha deciso di portare impatto in alcuni paesi specifici e come lo facciamo?

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